FOIBE
Il giorno del ricordo
Poesia dedicata alle stragi nelle foibe e all'esodo degli istriani di Ermanno Eandi
Una poesia per riflettere e per non dimenticare
FOIBE
Il giorno del ricordo
Poesia dedicata alle stragi nelle foibe e all'esodo degli istriani
Urlavano Italia,
e caddero.
Bruciavano di dolore,
e caddero.
Indifesi e soli,
svanirono in infernali voragini.
Eco di silenzioso dolore
gettato in un baratro di follia
che profuma di morte.
La polvere mi parla di loro,
sussurri di mille voci
singhiozzi, silenzi, troppi silenzi.
Sofferenza in terre d’amore,
sfumature d’Istria, onde di Trieste
profumi di Zara e colori di Dalmazia.
Chi scampò lasciò tutto,
una lunghissima carovana
di lacrime dure partì,
verso la loro terra, la loro nazione.
Tornarono nella loro patria,
esuli con la morte negli occhi
e la speranza nell’anima,
spogli di tutto tranne che la dignità
pronti a rinascere nuovamente,
con l’orgoglio di aver combattuto,
vivendo con l’Italia nel cuore.
Ermanno Eandi
Il giorno del ricordo
Poesia dedicata alle stragi nelle foibe e all'esodo degli istriani di Ermanno Eandi
Fra il 1943 e il 1947 oltre 10 mila persone furono gettate vive o morte, nelle foibe (cavità naturali, pozzi, presenti sul Carso), per volere del maresciallo Tito e dei suoi partigiani, in nome di una pulizia etnica che doveva annientare la presenza italiana in Istria e Dalmazia. Un genocidio che non teneva conto di età, sesso e religione . La giornata del ricordo fu riconosciuto ufficialmente nel 2004, con la legge numero 94 in memoria dei martiri delle Foibe e dell’esodo giuliano dalmata.
Una poesia per riflettere e per non dimenticare
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Il giorno del ricordo
Poesia dedicata alle stragi nelle foibe e all'esodo degli istriani
Urlavano Italia,
e caddero.
Bruciavano di dolore,
e caddero.
Indifesi e soli,
svanirono in infernali voragini.
Eco di silenzioso dolore
gettato in un baratro di follia
che profuma di morte.
La polvere mi parla di loro,
sussurri di mille voci
singhiozzi, silenzi, troppi silenzi.
Sofferenza in terre d’amore,
sfumature d’Istria, onde di Trieste
profumi di Zara e colori di Dalmazia.
Chi scampò lasciò tutto,
una lunghissima carovana
di lacrime dure partì,
verso la loro terra, la loro nazione.
Tornarono nella loro patria,
esuli con la morte negli occhi
e la speranza nell’anima,
spogli di tutto tranne che la dignità
pronti a rinascere nuovamente,
con l’orgoglio di aver combattuto,
vivendo con l’Italia nel cuore.
Ermanno Eandi
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