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martedì 10 febbraio 2015

Foibe: 10 febbraio giorno del ricordo

FOIBE
Il giorno del ricordo
Poesia dedicata alle stragi nelle foibe e all'esodo degli istriani di Ermanno Eandi

Fra il 1943 e il 1947 oltre 10 mila persone furono gettate vive o morte, nelle foibe (cavità naturali, pozzi, presenti sul Carso), per volere del maresciallo Tito e dei suoi partigiani, in nome di una pulizia etnica che doveva annientare la presenza italiana in Istria e Dalmazia. Un genocidio che non teneva conto di età, sesso e religione . La giornata del ricordo fu riconosciuto ufficialmente nel 2004, con la legge numero 94 in memoria dei martiri delle Foibe e dell’esodo giuliano dalmata.

 Una poesia per riflettere e per non dimenticare 

FOIBE
Il giorno del ricordo
Poesia dedicata alle stragi nelle foibe e all'esodo degli istriani

Urlavano Italia,
e caddero.
Bruciavano di dolore,
e caddero.
Indifesi e soli,
svanirono in infernali voragini.

Eco di silenzioso dolore
gettato in un baratro di follia
che profuma di morte.
La polvere mi parla di loro,
sussurri di mille voci
singhiozzi, silenzi, troppi silenzi.

Sofferenza in terre d’amore,
sfumature d’Istria, onde di Trieste
profumi di Zara e colori di Dalmazia.

Chi scampò lasciò tutto,
una lunghissima carovana
di lacrime dure partì,
verso la loro terra, la loro nazione.
Tornarono nella loro patria,
esuli  con la morte negli occhi
e la speranza nell’anima,
spogli di tutto tranne che la dignità
pronti a rinascere nuovamente,
con l’orgoglio di aver combattuto,
vivendo con l’Italia nel cuore.

Ermanno Eandi 

Leggi anche:
Massacro delle Foibe: Tesi ed esodo 

martedì 21 gennaio 2014

65 anni dopo la strage di Vergarolla

Questo post  nasce da una mail inviatami da Laura Brussi in commento al post " Tesi Foibe ed esodo" un tema triste e forse dimenticato, se non nel giorno del ricordo.  Ancora una volta ho creduto fosse giusto rispondere a questa mail dedicandogli  una pagina di riflessione, affinchè rimanesse nei nostri pensieri il ricordo di queste persone e la loro storia,  ve la riporto integralmente:

"65 anni dopo la strage di Vergarolla"
" CUORE DEGLI ESULI - 
65 anni dopo la strage di Vergarolla
Si legge spesso, anche in internet, che il triste primato apparterrebbe alla bomba di Bologna del 2 agosto 1980, capace di uccidere 85 persone, ma si dimentica che a Vergarolla ci furono oltre cento Vittime (il numero esatto non è noto, perché molte furono letteralmente dilaniate dall’esplosione di dieci tonnellate di tritolo contenute in circa trenta mine di profondità accatastate sulla spiaggia, ma una testimonianza assai attendibile come quella di Padre Flaminio Rocchi lo ha definito in 109).
La matrice terroristica dell’evento fu subito chiara, in specie per i cittadini di Pola, la cui scelta per l’Esodo venne tragicamente consolidata dall’attentato, tanto che nel giro di pochi mesi coloro che lasciarono i propri focolari, le proprie attività e le tombe di famiglia, ovvero gli affetti più cari, furono pari al 92 per cento della popolazione. A conti fatti, restarono appena tremila persone: il 15 settembre 1947, data del passaggio di sovranità, Pola era una città deserta.
Alcuni anni or sono, l’apertura degli Archivi del Foreign Office (l’amministrazione di Pola era in mano britannica) ha fugato gli ultimi dubbi, peraltro puramente formali, con tanto di nome e cognome degli attentatori, appartenenti all’OZNA, la polizia politica del regime jugoslavo. La guerra era finita da 16 mesi, ed in quella bella domenica di agosto si voleva soltanto celebrare il sessantesimo anniversario della gloriosa “Pietas Julia” con una manifestazione sportiva d’interesse nazionale: le sorti del capoluogo istriano erano appese ad un filo, ma la speranza era sempre in vita. Fu spenta in un baleno, nello schianto di un’esplosione terrificante.
A proposito delle matrici dell’eccidio, si deve aggiungere che l’ultimo numero di “Istria Europa” riporta una nuova testimonianza del Direttore Lino Vivoda, ex Sindaco del Comune di Pola in Esilio, che a Vergarolla perse il fratellino Sergio di otto anni: secondo questa testimonianza, un responsabile dell’efferato delitto fu vinto dal rimorso per la barbarie compiuta e chiese perdono prima di suicidarsi. In merito, si può soltanto dire che i delitti contro l’umanità danno luogo a reati eticamente imprescrittibili, la cui remissione può essere affidata alla sola, infinita pietà del “Dio che atterra e suscita”. 
La scopertura di una grande Stele eretta in memoria delle Vittime nella Zona Sacra di San Giusto, che ha avuto luogo il 18 agosto, ricorrendo il sessantacinquesimo anniversario della strage, acquista un significato che non è soltanto simbolico.
Infatti, il monumento intende affidare al compianto ed alla preghiera dei posteri il ricordo delle Vittime innocenti, fra cui tante donne e tanti bambini (l’età media è stata calcolata in 26 anni), ma nello stesso tempo costituire un monito a percorrere universalmente “le vie della Giustizia e dell’Amore” secondo l’auspicio di Mons. Antonio Santin, l’eroico Vescovo di Trieste durante gli anni bui, ben ricordato nell’allocuzione che il Gen. Riccardo Basile, Presidente della Federazione Grigioverde e della Famiglia di Pola in Esilio, ha pronunciato nella circostanza, ricordando il fatto storico, le sue matrici, e soprattutto le conseguenze, tradottesi in un Esodo davvero plebiscitario.
Sono intervenuti, assieme ai Congiunti delle Vittime, il Comune di Trieste in persona dell’Assessore Edera, con il Gonfalone cittadino decorato di Medaglia d’Oro al Valor Militare, cui sono stati resi gli onori di prammatica; l’Amministrazione Provinciale, le Associazioni d’Arma presenti nella Grigioverde e le Organizzazioni degli Istriani con le Famiglie aderenti (tutte con i propri Labari). Particolarmente cospicua è stata la presenza dell’ANA, con la Sezione di Trieste ed il Gruppo di Grado e Fossalon a cui appartiene, tra gli altri, il Parroco Don Edoardo Gasperini, testimone miracolosamente scampato alla strage di Vergarolla.
Prima della benedizione, impartita da Don Gherbaz, Esule da Lussino, la signora Annamaria Muiesan Gaspari, Esule da Pirano e figlia di un Martire delle foibe, ha dato lettura dei Nomi delle Vittime identificate, riportati sulla Stele con l’indicazione delle rispettive età.
In apertura, il Presidente Basile aveva letto il messaggio augurale fatto pervenire dal Vescovo Mons. Crepaldi, impossibilitato ad intervenire perché impegnato all’estero assieme al Santo Padre Benedetto XVI; e quello inviato dal Prof. Daniele Ria, Sindaco di Tuglie (Lecce), città che ha manifestato costanti attenzioni nei confronti del dramma istriano, fiumano e dalmata, non solo nella celebrazione del “Giorno del Ricordo”, tanto da avere inviato a Trieste in rappresentanza del Comune due giovani concittadine, Francesca Aloisi e Gloria Caputo, che hanno posato sul Monumento la corona votiva di rito.  
Assai toccante è stato il momento in cui il vessillo tricolore posto sul grande Cippo in Pietra del Carso è stato rimosso da due Esuli eredi dei Caduti (Elio Dinelli e Renata Succi Martin, che nella strage persero, rispettivamente, cinque e tre Congiunti); seguito subito dopo dalle struggenti note del Silenzio fuori ordinanza.
Non è un caso che la Stele sia stata collocata accanto a quella che ricorda i Volontari giuliani, istriani e dalmati decorati di Medaglia d’Oro al Valor Militare, tra cui coloro che, come Fabio Filzi e Nazario Sauro, lasciarono la vita sulle forche dell’Austria perché avevano un solo partito: l’Italia. Al pari dei 16.500 infoibati di cui alla ricerca di Luigi Papo e dei 350 mila Esuli che testimoniarono con la diaspora in tutto il mondo l’adesione ai valori “della Giustizia e dell’Amore” invocati da Mons. Antonio Santin, il grande Presule in odore di santità.
Laura Brussi
Esule da Pola
Scritto da: Laura | 27/08/2011
Leggi anche:

Vergarolla la strage dimenticata

Vi riporto integramente, questa mail " Vergarolla la strage dimenticata" che mi è arrivata in commento al post "Tesi Foibe ed esodo"  mi è sembrato giusto dedicargli una pagina, per un momento di riflessione su queste stragi ingiuste e crudeli e ve la riporto integralmente:



"VERGAROLLA - STRAGE DIMENTICATA - 
Vergarolla 65 anni dopo - 
"La strage di Vergarolla, nei pressi di Pola, compiuta dall’OZNA il 18 agosto 1946 per un disegno perverso, ha il triste primato italiano del maggior numero di Vittime causate da un unico eccidio in tempo di pace: secondo l’autorevole testimonianza di Padre Flaminio Rocchi, i Caduti furono più di cento, anche se quelli identificati si ridussero a 64, perché l’esplosione di 28 bombe con dieci tonnellate di tritolo ebbe un’efferata violenza distruttrice.
Nel sessantacinquesimo anniversario, bene hanno fatto la Federazione Grigioverde di Trieste e la Famiglia di Pola in Esilio, presiedute dal Gen. Riccardo Basile, a scoprire una grande stele nella Zona Sacra di San Giusto in memoria di tanta tragedia. E’ giusto che gli ignari sappiano e che tutti vogliano ricordare.
E non è un caso che il Cippo sia stato posto accanto a quello dei Volontari Irredenti decorati di Medaglia d’Oro al Valor Militare, tra cui Fabio Filzi e Nazario Sauro, Caduti sulle forche austriache perché avevano un solo partito: l’Italia. Come i Martiri delle Foibe e quelli di Vergarolla.
Alla cerimonia del 18 agosto la presenza delle Associazioni d’Arma coi loro Labari è stata significativamente plebiscitaria. Assai numerosa, come sempre, quella dell’ANA, con la Sezione di Trieste guidata dal Presidente Ortolani, ed il Gruppo di Grado e Fossalon: quest’ultimo, legato da rapporti di particolare affetto al mondo degli Esuli dall’Istria perché il Parroco locale è tuttora Don Edoardo Gasperini, miracolosamente scampato alla strage assieme ai suoi ragazzi, avendo rinunciato “in extremis” alla gita al mare programmata per quella calda domenica d’agosto in cui la Società Nautica “Pietas Julia” intendeva onorare il proprio sessantennio di vita con un’importante manifestazione sportiva.
Don Edoardo, grande cuore Alpino, oggi novantaduenne, non si è sentito di partecipare alla scopertura del Cippo, che è stato benedetto da un altro Sacerdote Esule, Don Gherbaz da Lussino (senza dire del messaggio fatto pervenire dal Vescovo di Trieste Mons. Crepaldi), ma è stato presente spiritualmente, contento, come ci ha detto nella sua Parrocchia di Fossalon, che una giustizia pur tardiva sia stata resa ai poveri morti di Vergarolla, fra cui tante donne e tanti bambini (l’età media delle Vittime identificate è di 26 anni): tutti Italiani, perché Pola era una città Italiana, che volle attestare il suo amore di Patria con un Esodo capace di coinvolgere il 92 per cento della popolazione. 
La strada della vera Giustizia è spesso ardua, come disse l’eroico Vescovo Antonio Santin, opportunamente ricordato dal Gen. Basile a margine della sua allocuzione, ma alla lunga finisce per trionfare. E’ quanto si deve affermare oggi per i Martiri di Vergarolla, abbracciando i tanti Congiunti intervenuti alla commemorazione, nel ricordo commosso di un sacrificio così grande e nella condanna senza appello di un delitto contro l’umanità."
(Parenti dei Caduti)
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