Pasqua è una festa religiosa molto importante per la chiesa e i cristiani: celebra la morte e la Resurrezione di Gesù e rappresenta per tutti i credenti un momento di fede intensa, di pace e di gioia. Ma nelle celebrazioni di questa festa c'è anche un po' di pagano, come l'usanza di regalare le uova. La tradizione di scambiarsi uova dipinte nelle feste propiziatorie della fertilità risale agli Egiziani ed ai Persiani, continua a leggere...
Poesie indimenticabili, pensieri, riflessioni e citazioni sull'amore, sulla vita, sulla speranza, ecc... da dedicare in ogni occasione e che rimangono nella mente e nel cuore!
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mercoledì 16 aprile 2014
mercoledì 12 marzo 2014
19 marzo festa del papà: le origini
La festa del papà è stata istituita nei primi anni del XX secolo, inizialmente veniva festeggiata negli USA, nel mese di giugno, ma quando arrivò in Italia, e istituita come festa nazionale, venne festeggiata il 19 di marzo in concomitanza con la festa di San Giuseppe il papà per eccellenza. Oggi la festa del papà è tra le ricorrenze più amate, soprattutto dai bambini ma non è più festa nazionale, a noi però piace ricordarla, ricordarne le origini, ma soprattutto festeggiarla con le sue tradizioni...
Le origini della festa del papa’ sono molte antiche, ma come tutte le tradizioni e leggende, è avvolta nel mistero. Alcune notizie la farebbero risalire addirittura ai tempi dei babilonesi. Si racconta infatti che quasi 4.000 anni fa, un giovane ragazzo dal nome Elmesu, scrivesse al padre su una piastra di argilla un messaggio, in cui gli augurava buona salute e lunga vita. Festa conosciuta anche al tempo dei romani, veniva celebrata nel mese di febbraio e dedicata unicamente ai padri che non c’erano più. Secondo alcuni, invece l’idea di individuare una giornata in cui i figli potessero onorare il proprio padre nasce intorno ai primi del 1900 negli Stati Uniti.
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La prima volta, documentato, la festa del papà fu festeggiata il 5 luglio del 1908 a Fairmont nel West Virginia presso la chiesa metodista locale. In seguito, sempre negli Stati Uniti nel 1909 a Spokane, Washington la signora Sonora Smart Dodd, mentre ascoltava il sermone nel giorno della festa della mamma decise di dedicare un giorno particolare al suo papà (In seguito alla morte della madre, la ragazza era stata cresciuta dal padre Henry Jackson Smart veterano della guerra di secessione americana, che gli fece anche da madre. La festa era un modo con cui la ragazza poteva dimostrargli la sua riconoscenza e il suo affetto).
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La prima festa del papà fu celebrata il 19 Giugno 1910 a Spokane, Washington proprio perché il padre di Sonora era nato in quella data. Nel 1924, il Presidente Calvin Coolidge proclamò la terza domenica di Giugno giorno ufficiale del papà. Ben presto l'iniziativa giunse anche in Italia e piacque così tanto che fu riconosciuta dal governo festa nazionale a tutti gli effetti.
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Da qui si decise che sarebbe stato più consono o appropriato abbinare la Festa del Papà al 19 marzo il giorno della Festa di San Giuseppe falegname, protettore dei poveri, degli orfani, delle ragazze nubili e protettore anche dei falegnami, ma anche sposo di Maria, e padre "terreno" di Gesù
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Curiosità
Il simbolo di questa festa sono le rose, rosse, se il genitore è ancora in vita e bianche in caso contrario.
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giovedì 13 febbraio 2014
Leggende su San Valentino
Come tutti gli anni il 14 di febbraio si festeggia San Valentino la festa degli innamorati, nelle vetrine dei negozi compaiono cuori di tutte le forme e di tutte le grandezze, peluche pieni di cioccolatini, torte a forma di cuore, rose, fiori, poesie da dedicare, ma, non tutti sanno che vi sono tante leggende legate a questa festa...
Ognuno di noi cerca di esprimere l'amore per la persona amata inventandosi un idea, che possa far capire alla persona che ci interessa quanto grande è il nostro amore cercando anche di stupire. Ebbene ero anch'io alla ricerca dell'idea per stupire e cercando in internet, sono rimasta colpita nel leggere che questa festa ha delle origini pagane.
Leggende
La festa degli innamorati nasce come rito della fertilità, con riti propiziatori verso il dio Lupercus. I primi precursori della chiesa per mettere fine a questi riti pagani, contrapposero a Lupercus Valentino vescovo di Terni. Ma cominciamo dall'inizio.
I romani pagani rendevano omaggio, al dio Lupercus con diversi riti propiziatori. Ma il rituale vero e proprio consisteva nel mettere in un urna i nomi di donne e uomini che adoravano questo Dio che venivano mescolati. Un bambino poi, sceglieva a caso alcune coppie che per un intero anno avrebbero vissuto in intimità, affinché il rito della fertilità fosse concluso. L'anno successivo sarebbe poi ricominciato nuovamente con altre coppie.
Naturalmente, era un rito un po' licenzioso, per cui la chiesa decise di contrapporre a questo dio Lupercus, Valentino vescovo di Terni, martirizzato circa 200 anni prima. San Valentino si dedicò con amore alla cura del prossimo e in vita compì numerosi miracoli.
La storia narra che fu il primo religioso a celebrare un matrimonio tra un legionario pagano e una giovane cristiana, nel 270 d.C. Il vescovo Valentino, fu invitato a palazzo dall'imperatore pazzo Claudio II che tentò di persuaderlo a convertirsi nuovamente al paganesimo. Valentino, con dignità, rifiutò di rinunciare alla sua Fede e, imprudentemente, tentò di convertire a sua volta Claudio II al Cristianesimo. Il 24 febbraio 270 d.C. San Valentino fu lapidato e poi decapitato.
La storia sostiene, inoltre, che mentre era in prigione in attesa dell'esecuzione, Valentino si fosse innamorato della figlia cieca del guardiano, Asterius, e che con la sua fede avesse ridato miracolosamente la vista alla fanciulla. Si racconta che prima di morire Valentino le avesse mandato un messaggio d'addio che si concludeva con " dal vostro Valentino". Una frase che è rimasta in uso nel tempo prendendo il significato di "Vero Amore".
Un altra versione racconta di quando l'imperatore Aureliano ordinò le persecuzioni contro i cristiani. Proprio in questo periodo San Valentino fu imprigionato e poi flagellato lungo la via Flaminia, lontano dalla città per evitare tumulti e rappresaglie dei fedeli.
Ma non finisce qua, molte sono le leggende che raccontano le gesta del Santo e che hanno contribuito a dargli popolarità, molte delle sue gesta sono proprio d'amore verso il prossimo ed è proprio per questo motivo che è stato eletto patrono dell'amore e protettore degli innamorati. Eccovene qualcuna:
Il centurione romano e l'amore.
Un centurione romano pagano di nome Sabino s'innamorò di Serapia, una giovane cristiana di Terni. Egli si recò a casa, dai suoi genitori, per chiederla in sposa, ma questi a causa della sua religione, rifiutarono il matrimonio. Serapia, che era innamorata del giovane romano, lo invitò a recarsi da Valentino, egli accettò accettò e andò dal Santo, dal quale ricevette il battesimo. In quel periodo Serapia si ammalò di tubercolosi. I giorni passavano e la giovane non migliorava; fu deciso quindi di chiamare Valentino al suo capezzale. Sabino pregò il Santo, dicendogli che non avrebbe potuto vivere senza la sua compagna. Accogliendo la disperazione del giovane, Valentino levò le sue preghiere al Signore, ed i due giovani lasciarono la vita terrena, per vivere insieme nell'eternità.
La rosa e l'amore
Un giorno San Valentino sentì passare, al di là del suo giardino, due giovani fidanzati che stavano litigando. Decise di andare loro incontro con in mano una bellissima rosa, per regalargliela. Li pregò di riconciliarsi, stringendo insieme il gambo della rosa, di fare attenzione a non pungersi e di pregare affinché il Signore mantenesse vivo in eterno il loro amore. I due giovani ricominciarono ad amarsi e dopo qualche tempo la giovane coppia tornò da lui per invocare la benedizione per il matrimonio. La storia si diffuse e gli abitanti iniziarono ad andare in pellegrinaggio dal vescovo di Terni il 14 di ogni mese, che diventò così il giorno dedicato alle benedizioni. La data è stata ristretta al solo mese di febbraio perché è proprio in questo mese, del 273 che San Valentino morì.
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I bambini e l'amore
Il giardino di San Valentino era un luogo pieno di gioia ed amore, e gli abitanti della città di Terni spesso vi si recavano, per ricevere dal santo consigli . Abituali frequentatori di quel giardino erano anche i bambini della zona, che erano soliti recarsi li per giocare. Valentino, si rallegrava di vederli , della loro spensieratezza e della loro purezza, spesso si fermava ad osservarli, soprattutto per essere certo che non corressero alcun pericolo. Quando però il sole iniziava a tramontare, egli si recava tra di loro e a ciascuno regalava un fiore. Fiore che i bambini avrebbero dovuto portare alle loro mamme. In questo modo era certo che i fanciulli si dirigessero subito a casa, senza far troppo tardi.
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venerdì 10 agosto 2012
Notte di San Lorenzo, tra leggenda e speranze
Accade solo nella notte di San Lorenzo tra miti e leggende, un po' per gioco, per tradizione e scaramanzia e per poter esprimere un desiderio, con la speranza che questo si avveri, il 10 Agosto di ogni anno, al mare, in città, in montagna o in campagna tutti a testa in su, per cercare di scorgere una stella cadente...
“Guardate il cielo e se vedete cadere una stella esprimete un desiderio, di sicuro si avvererà!”.
Tante sono le leggende legate a questo fenomeno e a questo giorno che per tradizione popolare è legato a San Lorenzo, giovane diacono della chiesa di Roma sotto papa Sisto II :
Tante sono le leggende legate a questo fenomeno e a questo giorno che per tradizione popolare è legato a San Lorenzo, giovane diacono della chiesa di Roma sotto papa Sisto II :
Attorno al 250 d.C. San Lorenzo soleva raccogliere le elemosine tra le comunità cristiane di Roma per distribuirle ai poveri. Durante la persecuzione cristiana, egli si rifiutò di consegnare i beni della chiesa e per questo venne condannato a morte.
La leggenda di San Lorenzo racconta che fu condannato ad una morte lenta ed atroce, legato su una graticola poggiata sui carboni ardenti.
La tradizione vuole che i numerosi fasci di luce, altro non sono che le lacrime, versate da San Lorenzo durante il suo supplizio, e infatti è proprio nel giorno in cui il Santo è morto, il 10 Agosto, che le gocce di dolore scendono sulla terra e regalano fortuna a chi le vede.
C’è, invece chi vede nella pioggia di stelle non le ‘lacrime’, ma i ‘fuochi’ di San Lorenzo, ovvero quelle scintille provenienti dalla graticola infuocata poi volate in cielo
Scientificamente Il fenomeno delle stelle cadenti è spiegato con il passaggio delle Perseidi, asteroidi della costellazione Perseo, nell’orbita visiva della terra, passaggio che da vita poi a questo spettacolo incredibile
I sette bagni di San Lorenzo
In Romagna, il giorno di San Lorenzo ci si deve immergere sette volte in mare, per purificarsi e per attirare a sé fortuna e felicità. Per questo motivo, fin dall'antichità in questa giornata vi era sulla riviera romagnola un grande afflusso di bagnati, provenienti dalla campagna, speranzosi di veder le loro malattie portate via dal mare, e di propiziarsi un anno migliore e più fortunato.
La stessa leggenda, in chiave cristiana giustifica l'usanza con un'apparizione di San Lorenzo, avvenuta a Cervia, quando la cittadina fu colpita dalla febbre malarica. Si narra infatti che il Santo del 10 agosto apparve in sogno ad una ragazza malata, indicandole la via della guarigione nelle acque salmastre, che avrebbero donato ai bagnanti i sette doni dello Spirito Santo: Sapienza, Intelletto, Consiglio, Fortezza, Scienza, Pietà e Timore di Dio. Così per estensione, e per paura di future epidemie, ogni anno tutti i paesani della Romagna iniziarono a bagnarsi sette volte in mare il giorno di San Lorenzo.
La stessa leggenda, in chiave cristiana giustifica l'usanza con un'apparizione di San Lorenzo, avvenuta a Cervia, quando la cittadina fu colpita dalla febbre malarica. Si narra infatti che il Santo del 10 agosto apparve in sogno ad una ragazza malata, indicandole la via della guarigione nelle acque salmastre, che avrebbero donato ai bagnanti i sette doni dello Spirito Santo: Sapienza, Intelletto, Consiglio, Fortezza, Scienza, Pietà e Timore di Dio. Così per estensione, e per paura di future epidemie, ogni anno tutti i paesani della Romagna iniziarono a bagnarsi sette volte in mare il giorno di San Lorenzo.
Qualunque sia la spiegazione, da Nord a Sud dell'Italia, siamo tutti pronti ad accogliere questo giorno con il naso all'insù, tra feste in paese, sagre tradizionali, fuochi d’artificio in spiaggia e in città, e ad esclamare ad ogni stella cadente, la filastrocca “Stella, mia bella stella, desidero che …”.per rivivere la magia di una notte che con le sue credenze e l’atmosfera fiabesca regala a tutti...e per sognare durante l'anno che l’evento desiderato si avveri!!
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lunedì 13 dicembre 2010
Festa di S. Lucia tra leggende e tradizioni
Dopo l’Immacolata altro appuntamento importantissimo è il 13 di dicembre con la festa di Santa Lucia vergine e martire. In alcune città d'Italia, dove si festeggia viene spesso invocata nelle malattie degli occhi è considerata dai devoti anche come la protettrice degli oculisti, degli elettricisti, degli scalpellini e della città di Siracusa. Tante sono le storie e le leggende a lei legate...conosciamole!
Santa Lucia viene raffigurata nelle iconografie con una tazza in mano su cui sono posti gli occhi, altri attributi possono essere una spada oppure anche una tazza da cui esce una fiamma. A Siracusa le stampe popolari riproducono la santa su un fercolo d'argento, con un mazzo di spighe in mano, la tazza con gli occhi e un pugnale conficcato in gola, ma conosciamo qualche leggenda o tradizione legata alla festa di S. Lucia
Santa Lucia viene raffigurata nelle iconografie con una tazza in mano su cui sono posti gli occhi, altri attributi possono essere una spada oppure anche una tazza da cui esce una fiamma. A Siracusa le stampe popolari riproducono la santa su un fercolo d'argento, con un mazzo di spighe in mano, la tazza con gli occhi e un pugnale conficcato in gola, ma conosciamo qualche leggenda o tradizione legata alla festa di S. Lucia
Si racconta che:" Durante la notte del 13 dicembre i bambini più buoni attendono che la Santa scenda dal cielo con il suo asinello e lasci fuori la porta di casa un sacco pieno di doni e di dolcetti". E' una festa di origine tutta italiana, anzi per l’esattezza siracusana, girando in internet, ho letto la sua storia e mi è piaciuta, ve la riporto e nell'occasione faccio gli auguri a tutte le Lucie, compresa mia zia.
Si racconta che Lucia fosse una bella fanciulla siciliana, figlia di un ricco nobile di Siracusa e tutti la conoscevano per la sua dolcezza ed amorevolezza. Nata proprio a Siracusa tra il 280 e il 290 d.C., a soli 5 anni perse il padre e con la madre Eutichia dedicò la propria vita interamente al culto di Gesù. Lucia cresce presto bella e ricca di grazia, e per questo motivo suscita l’amore di un giovane pagano, il quale, ignaro del suo voto di povertà e castità, intende chiederne la mano alla madre.
Inizialmente Lucia riesce ad allontanare le attenzioni del giovane innamorato, ma la madre ben presto si ammala gravemente ed è proprio durante un pellegrinaggio sulla tomba di S.Agata,sul quale pronunciò il voto di conservare la verginità, nell’intento di chiedere la guarigione per la madre, che Lucia ha la prima visione del suo destino: diventare la martire di Siracusa. Distribuì perciò i beni ai poveri e rinunciò al matrimonio.
Arrestata su denuncia del fidanzato, fu sottoposta a diverse torture: condotta in un lupanare, trascinata da una coppia di buoi, cosparsa di pece bollente, posta sulla brace ardente. Per sfuggire al carnefice si strappò gli occhi. Il 13 dicembre del 304 d.C. Lucia cade esanime al suolo, ma la leggenda dice che, la sua anima, liberatasi dalle catene terrene, volò felice in paradiso. Le sue ossa non si trovano a Siracusa in quanto, come pare, trafugate dai bizantini, Furono portate a Costantinopoli, da dove furono saccheggiate dai Veneziani.
Come spesso succede le tradizioni popolari diventano spesso tradizioni del mondo. Infatti la festa di Santa Lucia fu importata in Svezia intorno al 1920, dove, secondo l’antico racconto, il martirio di Santa Lucia avvenne proprio il 13 dicembre; giorno in cui originariamente, a causa dello sfasamento tra l’anno solare e il calendario giuliano, cadeva il solstizio d’inverno. Questo, insieme alla radice “lux” del nome Lucia, ha fatto sì che, soprattutto in Svezia, questa festa segnasse la fine del buio e l’arrivo della stagione migliore. Il 13 dicembre si festeggia quindi il giorno più corto dell’anno e l’avvento delle giornate con maggiore luce in prossimità del Natale.
Secondo la tradizione svedese, in ogni regione della Svezia, viene eletta una Santa Lucia che avrà l’incarico di accompagnare un corteo di bambine e bambini nelle vie della propria città. Vestita di bianco e con sul capo una corona di candele accese, ella sarà fonte di luce nel cammino di questi bambini. Inoltre il giorno della festa, la Santa Lucia di turno, in genere primogenita della propria famiglia, dovrà alzarsi molto presto al mattino e preparare biscotti, dolci, e pan pepato per tutti i suoi familiari.
Secondo l’usanza, in Brasile nel giorno 12 dicembre, i bambini mettono del fieno in un piatto e nascondono il piatto sotto il letto aspettando i doni di Santa Lucia. Il 13 dicembre inoltre, sempre in Brasile, una ragazza vestita in costume fa un giro per la città in carrozzella regalando dolci ai tutti i bambini.
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martedì 5 gennaio 2010
Tradizioni e leggende sulla Befana nel mondo
La Befana si festeggia il giorno dell’Epifania, ed è una festa religiosa che ricorre il sei Gennaio, ricorda la visita che i Re Magi fecero a Gesù Bambino portandogli dei doni. Il termine “Befana” deriva dal greco “Epifania” che significa “apparizione, manifestazione”.
Tradizioni e leggende sulla Befana nel mondo
Nell'immaginario collettivo la Befana è un mitico personaggio con l'aspetto da vecchia che porta doni, dolci e caramelle, ai bambini buoni, cenere e carbone ai bambini disubbidienti la notte tra il 5 e il 6 gennaio.
La leggenda risale alle tradizioni precristiane, in cui si credeva che nelle 12 notti seguenti il Natale magiche figure femminili solcassero il cielo a cavalcioni di scope magiche, spargendo la loro magia benevola sui campi sottostanti appena seminati.
Gli antichi romani l'accostarono alla figura di Diana dea della caccia. La religione cattolica, condannò duramente queste credenze, etichettandole come riti satanici, in quanto si inneggiava alla magia e soprattutto si venerava una figura magica femminile. E non bastò il rigore di questa condanna per far smettere ai contadini di credere che questi voli notturni avvenissero, e furono accostati sempre più alle forze del male e non a quello che doveva essere in origine riti benefici per ingraziarsi madre natura.
In origine il Natale era la festa del Dio sole e del fuoco ed in quel giorno veniva festeggiato il solstizio d’inverno, si celebrava la morte e la rinascita della natura, il 12esimo giorno era la conclusione dei festeggiamenti ed il ceppo di Natale aveva finito di bruciare nei focolari delle case.
La notte del 6 gennaio, infatti, Madre Natura, stanca per aver donato tutte le sue energie durante l’anno, aveva faticato non poco al servizio dei contadini, governando le forze della natura, appariva sotto forma di una vecchia e benevola strega, che volava per i cieli con una scopa. Oramai secca, Madre Natura era pronta ad essere bruciata come un ramo, per far sì che dalle sue ceneri rinascesse la giovane madre natura, che avrebbe preso il suo posto per un anno, fino alla sucessiva epifania. Prima di perire però, la vecchina passava a distribuire doni e dolci a tutti, in modo da piantare i semi che sarebbero nati durante l’anno successivo.
La tradizione cristiana narra, che i Re Magi, diretti a Betlemme per portare i doni a Gesù Bambino, non riuscendo a trovare la strada, chiesero informazioni ad una vecchia. Malgrado le loro insistenze, affinchè li seguisse per far visita al piccolo, la donna non uscì di casa per accompagnarli. In seguito, pentitasi di non essere andata con loro, dopo aver preparato un cesto di dolci, uscì di casa e si mise a cercarli, senza riuscirci. Così si fermò ad ogni casa che trovava lungo il cammino, donando dolciumi ai bambini che incontrava, nella speranza che uno di essi fosse il piccolo Gesù. Da allora girerebbe per il mondo, facendo regali a tutti i bambini, per farsi perdonare.
La tradizione vuole che
Nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, a cavalcioni della sua scopa e sotto il peso di un sacco pieno di lecornie e giocattoli, per i bambini buoni ma anche di una buona dose di cenere e carbone per quelli che durante l’anno appena trascorso si sono comportati male, lei passi sopra i tetti e calandosi dai camini riempie le calze lasciate appese dai bambini vicino ai letti. I bambini la sera precedente preparano per lei in un piatto, un mandarino o un’arancia e un bicchiere di vino. Il mattino successivo insieme ai regali troveranno il pasto consumato e l’impronta della mano della Befana sulla cenere sparsa nel piatto.
La befana nel mondo
In Spagna la sera del 5 gennaio i bambini attendono i doni dei Re Magi e mettono davanti alla porta un bicchier d'acqua per i cammelli assetati e anche qualcosa da mangiare e una scarpa. In molte città spagnole si tiene un corteo durante il quale i Re Magi sfilano per le vie su dei carri riccamente decorati.
In Francia nel giorno dell' epifania si usa fare un dolce speciale, all' interno del quale si nasconde una fava. Chi la trova diventa per quel giorno il re o la regina della festa. Il dolce si chiama “gâteau des Rois” (“dolce dei Re”).
In Russia la chiesa ortodossa celebra il Natale il 6 gennaio. Qui protagonista è una figura simile alla nostra befana, chiamata "Babuschka", una vecchietta che, secondo una leggenda accompagna un certo Padre Gelo, che distribuisce regali a tutti i bambini.
In Germania in questo giorno i Re Magi sono i protagonisti. Le persone di religione cattolica vanno a messa, spesso preti e chirichetti vanno nelle case per chiedere delle donazioni e recitano solitamente anche qualche Verso o intonano una canzone sacra. In Germania il 6 Gennaio non è un giorno festivo, si lavora come solito e i bambini vanno a scuola.
In Islanda il 6 gennaio viene chiamato il tredicesimo, poiché da Natale fino a questa data trascorrono 13 giorni. I festeggiamenti iniziano con una fiaccolata, alla quale partecipano anche il re e la regina degli elfi. A metà strada arriva anche l'ultimo dei Babbo Natale, il tredicesimo (il primo Babbo Natale arriva l'11 dicembre e poi ne arriva uno ogni giorno fino a Natale, poi dal 25 dicembre in poi ne va via uno al giorno). Tutto ha fine con un falò e fuochi d'artificio.
In Ungheria il giorno dell' epifania i bambini si vestono da Re Magi e poi vanno di casa in casa portandosi dietro un presepe e in cambio ricevono qualche soldo.
In Romania i bambini attendono l'arrivo dei re Magi e il 6 gennaio propongono racconti in cambio di qualche spicciolo. Ancora oggi in alcuni paesi i bambini vanno lungo le strade e bussano alle porte per chiedere se possono entrare per raccontare delle storie. Di solito come compenso ricevono qualche spicciolo. Anche i preti vanno di casa in casa per benedire le case.
mercoledì 30 dicembre 2009
San Silvestro e Capodanno le tradizioni tra miti e leggenda
Per il 31 dicembre, San Silvestro e per Capodanno, la tradizione prevede una serie di rituali scaramantici e noi andremo proprio a curiosare nelle origini di queste tradizioni che spaziano tra miti e leggende...
San Silvestro e Capodanno le tradizioni tra miti e leggenda
L'ultimo dell'anno e Capodanno si festeggia un po' dappertutto, ma le tradizioni o i riti scaramantici (in alcuni casi) per assicurarsi un po' di fortuna, non sono uguali e variano da paese a paese.
Tra le tradizioni, che si tramandano da anni, vi è certamente quella di non dimenticare di indossare qualcosa di vecchio, qualcosa di regalato o di colore rosso, di mangiare lenticchie, di appendere il vischio alla porta, ecc... scopriamo i perchè!
1) Indossare intimo rosso
a) Si tratta di un'usanza diffusa in tutto il Mondo che risale all'antichità. Si dice che gli antichi romani per esorcizzare la paura indossavano sempre qualcosa di rosso, simbolo del sangue e della guerra. Oggi l'usanza è diventata segno di fortuna e benessere per l'anno nuovo.
b) Secondo alcuni invece la tradizione deriva anche dalle antiche usanze cinesi che prevedevano striscioni augurali rossi appesi su tutte le porte di casa. Anche in questo caso sempre di rosso si parla, in quanto è il colore del matrimonio, della gioia e della felicità.
2) Mangiare lenticchie, uva o datteri: a San Silvestro e a Capodanno è usanza diffusa mangiare le lenticchie, ma anche uva o datteri, sembra siano di buono auspicio e che portino ricchezza e prosperità. Lenticchie: l'usanza deriverebbe da un antico rito pagano secondo cui mangiare lenticchie l'ultimo dell'anno e il primo dell'anno porterebbe soldi e ricchezza. In più era tradizione regalare dei portamonete pieni di lenticchie come auspicio per i guadagni.
3) Gettare roba vecchia e inutilizzata:l'ultimo dell'anno c'è l'usanza di gettare e distruggere qualsiasi oggetto che ricordi qualche cosa di negativo dell'anno trascorso, simboleggia il desiderio di scacciare le negatività, così come quello di sparare colpi d'arma da fuoco o fuochi d'artificio servirebbe a fare chiasso per allontanare gli spiriti maligni.
4) Le melagrane: Simboleggia la fedeltà coniugale ed è di buon auspicio mangiarne a Capodanno. Si narra che Proserpina, dopo aver addentato un frutto, sia stata condannata a passare il resto della vita nell'Ade.
5) I fuochi d'artificio: I botti di San Silvestro o ultimo dell'anno sono da sempre simbolo di gioia e felicità. Inventati in Cina, sono utilizzati per festeggiare eventi e ricorrenze, tra cui ovviamente anche l'arrivo del nuovo anno.
6) l'usanza di appendere del vischio sulla porta di casa, servirebbe a garantire pace e serenità all'interno della propria dimora, e risale ad antiche tradizioni celtiche.
7) e per finire una tradizione del nuovo anno è quella dei " buoni propositi per l'anno nuovo" tradizione che nasce dai babilonesi: il proposito che più spesso facevano era quello di restituire strumenti per l’agricoltura che erano stati prestati loro.
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mercoledì 16 dicembre 2009
I simboli del natale tra curiosità e leggende
Ormai il Natale è nell’aria e ovunque si vedono addobbi e simboli vari natalizi. Oltre al classico albero, i personaggi del presepe, Babbo Natale e la Befana però esistono molti altri simboli popolari: la stella di Natale, l’agrifoglio, il vischio, gli animali, Rudolph la renna dal naso rosso, la slitta di babbo natale e alcuni cibi. Ma non sempre conosciamo l'usanza di questi simboli, ad esempio perchè per tradizione si usa regalare l'agrifoglio, il vischio, perchè a natale si mangiano le lenticchie, i marron glace ecc. Proviamo a riscoprire quali significati hanno questi gesti e queste usanze, tra piccole curiosità e leggende.
I simboli del natale tra curiosità e leggende:
La Stella di Natale
La famosa "Stella di Natale" che da secoli si lega agli allestimenti tipici del Natale, sarebbe nata dal regalo ad un bimbo. Narra la leggenda, che il 25 dicembre di un anno dimenticato dalla storia, un bimbo povero entrò in una chiesa per offrire un dono a Gesù nel giorno della sua nascita. Triste e vergognoso per il suo poco degno mazzo di frasche, il bambino perse una lacrima fra quei ramoscelli che un miracolo trasformarono nel fiore più rosso e bello che i suoi occhi avessero mai visto.
Il vischio
La tradizione scandinava è ricca di racconti e leggende legate al vischio. Già nell'antichità i druidi usavano il vischio per ottenere infusi e pozioni medicamentose, al fine di combattere malattie ed epidemie che flagellavano e decimavano le popolazioni del tempo; presso i druidi, infatti, il vischio era conosciuto come la pianta in grado di guarire da qualunque malattia. La mitologia norvegese associa invece il vischio alla figura del dio Balder, che morì dopo essere stato colpito da rami di vischio. In memoria del dio, i norvegesi sono soliti bruciare rami di vischio in prossimità del solstizio d'estate, con lo scopo di allontanare la sventura e invocare la prosperità ed il benessere. Probabilmente anche il significato oggi attribuito alla pianta deriva da queste antichissime credenze popolari; siamo soliti, infatti, donare o tenere in casa rami di vischio tra la fine del vecchio e l'inizio del nuovo anno nella speranza di proteggere in tal modo noi stessi, le persone a noi care e la nostra casa dai guai e dalle disgrazie. La valenza del vischio è dunque quella di portafortuna.
L'agrifoglio
Si credeva che le foglie acuminate e pungenti come armi di difesa avessero il potere di scacciare gli spiriti maligni. Sempreverde, é promessa di vita perenne e le sue bacche rosse esprimono gioia ed esultanza. Perciò l'agrifoglio si accompagna bene alla letizia che circonda la nascita di Gesù, alle campane festose, alle risa dei bambini, alle melodie. I rami di agrifoglio hanno una loro storia. I romani usavano regalarlo agli sposi novelli in segno di augurio e di simpatia. Quando invasero la Britannia, essi stupirono di notare che l'agrifoglio era considerato pianta sacra. I Druidi, sacerdoti di quel paese, credevano che l'agrifoglio proteggesse dai disagi dell'inverno e che un grosso ramo di questa pianta, scagliato contro una belva in procinto di assalire l'uomo, avesse il potere di ammansirla, così come aveva il potere di rendere docile un cane rabbioso.
Gli animali
Si dice che allo scoccare della mezzanotte tra il 24 e il 25 dicembre, gli animali - in special modo gli animali nelle fattorie acquistino il meraviglioso ed inusuale dono della parola. Buoi, mucche, cavalli, maiali e polli iniziano a parlare tra di loro e si scambiano strani segreti sul genere umano, in particolar modo sui loro padroni. Ma non tentati di ascoltarli di nascosto! La leggenda dice che potrete attirare su di voi la sfortuna, la cecità o addirittura la morte se tenterete di spiarli!
Rudolph la renna con il naso rosso
Una leggenda moderna nata negli USA è quella della nona renna, inventata negli uffici della Montgomery Ward (una grande catena di magazzini americani) nel 1939 quando la direzione decise di donare ai propri clienti una nuova favola per Natale. Nacque così Rudolph, la renna "dal grosso naso rosso", una specie di brutto anatracolo salvato dall’emarginazione da Babbo Natale che del suo difetto fisico fece un pregio nelle lunghe notti di nebbia.
La slitta di Babbo Natale
Questa leggenda è nordica: la slitta, originariamente si diceva che la slitta fosse trainata da una sola renna, poi la versione è cambiata, ed apparivano otto renne. Infine se ne è aggiunta una nona, Rudolph appunto. Questo numero spiega la velocità con cui Babbo Natale riesca a far fronte alle innumerevoli richieste provenienti da ogni parte del mondo.
Alcuni Cibi
Mangiare Marron Glaces, torrone o altri dolci fatti con mandorle (come i confetti) o con nocciole, si pensava favorisse la nascita della prole e la fecondità della terra: alle castagne infatti si attribuiva un valore fecondativo. I chicchi di uva passa utilizzati nel panettone richiamano l' immagine delle monete d' oro, e recheranno ricchezza; altrettanto si dice per le lenticchie del primo anno.
Quasi tutte le consuetudini natalizie partono dalla necessità dell'uomo di esorcizzare il momento più buio dell'anno, quando il sole sembra aver abbandonato per sempre la terra e la luce è sempre più fioca e debole: il solstizio d'inverno. Nei secoli questi riti pagani sono stati sostituiti da quelli religiosi che spesso sono divenuti i predominanti. In ogni caso sono delle belle storie da leggere e da raccontare più meno conosciute da raccontare ai vostri bimbi durante la notte di Natale, per rendere ancora più magico e ricco di emozioni questo giorno.
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martedì 15 dicembre 2009
Tradizione e origini dell'albero di Natale
Ogni anno a Natale, la tradizione vuole che insieme al Presepe vi è l'usanza di comprare e di addobbare le nostre case con l'albero di Natale, ricco di luci meravigliose, di angioletti, di stelline, di palline, ecc. Ma vi siete mai chiesti come sia nata la tradizione e quali siano le origini dell'albero di Natale?

Nella foto l’albero di Natale allestito di fronte alla Basilica di San Pietro a Roma.
Tradizione e origini dell'albero di Natale
Ci sono molte storie legate a questo meraviglioso simbolo del Natale ( Benedetto XVI lo definisce il “Significativo simbolo del Natale di Cristo, perché con la sue foglie sempre verdi richiama la vita che non muore”) e in questo post scopriremo le origini ed alcune leggende.
Si racconta che, alla vigilia di Natale, San Bonifacio vide alcune persone radunate attorno ad una quercia, tagliò la quercia e al suo posto crebbe un albero sempreverde. San Bonifacio spiegò che il nuovo albero simboleggiava la vita e come tale era un segno Divino. Si dice che questo fatto accaduto in Germania, ha dato poi così origine alla tradizione dell'abete come albero di Natale e per celebrare la nascita di Gesù.
Sempre in Germania, si racconta che la notte della vigilia di Natale di moltissimi annni fa, un uomo tornando a casa, fu colpito dal meraviglioso spettacolo dato dalle stelle che brillavano attraverso i rami di un abete.Tornato a casa, non riuscendo spiegare alla moglia quanto aveva visto, abbattè un piccolo abete, lo portò a casa, lo illuminò con tante candeline accese e lo posò sul tavolo. Le candeline assomigliavano alle stelle che aveva visto brillare tra i rami dell'abete. I suoi compaesani guardando nella finestra videro quello spettacolo e se ne innamorarono. E da quel momento si diffuse l'usanza dell' albero di Natale.
Si dice che addirittura i Druidi, cioè gli antichi sacerdoti dei popoli dell'europa centrale, notarono che gli abeti in inverno rimanevano sempre verdi per questo motivo vennero considerati simbolo di lunga vita e cominciarono ad ornarli nelle feste invernali.
Inizialmente l'albero veniva decorato con ghirlande, cui si unirono nastri e frutti colorati, soprattutto mele, poi via, via, sono stati aggiunti dolci, caramelle, ghirlandele candeline, la tradizione voleva che si collocassero dodici candele sull'albero, che rappresentavano i dodici mesi dell'anno,fino a quando, verso la metà del 1800, alcuni fabbricanti svizzeri e tedeschi cominciarono a preparare leggere e variopinte palline di vetro soffiato, che sono oggi l'ornamento tradizionale dell'albero. Poi arrivarono anche le lampadine e le decorazioni di plastica e oggi non c'è più limite alla fantasia!
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