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venerdì 2 settembre 2011

Elenco vittime massacro Foibe

Questo post è in ricordo della "tragedia delle foibe" (cavita' naturali  nelle quali  furono nascosti e accumulati cadaveri di italiani) un massacro avvenuto negli anni drammatici a cavallo del 1945 di cui non si conosce il numero esatto delle vittime e di alcuni a volte purtroppo neanche il nome, ed è un invito ad una pausa di riflessione... 
Elenco vittime massacro Foibe
Per foibe ed  infoibati vengono anche intese: le vittime che furono sotterrate in cave di bauxite, come in Istria, in pozzi di miniere come a Pozzo Littorio d'Arsia sempre in Istria e a Basovizza presso Trieste; ma anche eccidi attuati in campi di concentramento come a Maresego, Aidussina e Borovnica; e  annegamenti commessi a Santa Marina di Albona ed a Zara, o nel mare di Fasana con la "Lina Campanella".
E questo post, è in ricordo di queste persone, di cui non se ne conosce il numero esatto e a volte purtroppo neanche il nome. Questo elenco di nomi di persone che vi mostro mi è arrivato in una mail qualche giorno fa e ve lo riporto integralmente: 
"Categorie infoibati - annegati - dispersi- uccisi
Agricoltore-Modelin Giorgio (agricoltore)-
Autista-Bellintani Ottorino, da Mantova, residente a Mattuglie, combattente nella guerra 1915-18, autista; arrestato a Mattuglie il 13-9-1943 e ucciso.-
Avvocato-VENTRELLA Giuseppe, n. nel 1895 a Pirano, avvocato; residente a Ronchi dei Legionari; ucciso nella sua stessa abitazione. (Fonte: Luigi Papo pag. Vittime Civili degli slavi PB).-
Bancario-Biagini Giacomo (bancario)-
Barbiere-Benci Marco (barbiere)-
Bersagliere-VERRANDO Domenico, bersagliere. (Fonte: Ministero degli Esteri Sloveno - Natasa Nemec - lo comprende tra i bersaglieri).-
Bidello-Domeniconi Vincenzo (bidello)-
Calzolaio-TOFFOLETTI Domenico, calzolaio, arrestato a Trieste. (Fonte: Luigi Papo pag. Vittime Civili degli slavi PB).-
Cameriere-Belli Amedeo (cameriere)-
Cantoniere-Barbo Candido(cantoniere)-
Capitano Artiglieria-VENEZIANI Erminio, Capitano Artiglieria; arrestato e incarcerato a Pinguente; scomparso dal 10-5-1945. (Fonte: Luigi Papo pag. Forze Armate varie PB).-
Capitano Milizia Confinaria-VENTURA Anacleto di Emilio e di Gabriella Lanza, n. 31-8-1905 a Treviso: Capitano Milizia Confinaria; catturato dagli slavi il 12-9-1943 e scomparso. (Fonte: Luigi Papo pag. G.N.R. - M.D.T. PA).-
Capo Operaio-VENTRELLA Michele di Giovanni e di Labate Vita Antonio, nato a Turi (Bari) il 26-9-1899 - Capo operaio al cantiere S. Rocco di Muggia (Trieste) Alle ore 9,45 del 6-5-1945 venne prelevato a Muggia nella propria abitazione di via Roma 28 e portato a Capodistria. Quindi scomparve. Nel 1948 la moglie seppe da un reduce che il Ventrella si trovava nel carcere di Borovica denominato "Cinque". Nulla si è più saputo di lui. Notizie fornite dalla moglie Dalia, abitante a Muggia. (Fonte: Gianni Bartoli sindaco di Trieste).-
Carabiniere-Mazzoni Teopoldo (carabiniere)-
Casalinga-Valenti Maria (casalinga)-
Colonnello-Baraia Angelo (colonnello)-
Commerciante-Bernardon Fortunato (commerciante)-
Commerciante-Grammaticopulo Franco (commerciante).-
Costruttore Navale-Privileggi Carlo Albeno (costruttore navale)-
Custode-Costa Ermenegildo di Enrico, n. 1905 a Zara, custode della Banca Dalmata di Sconto, fucilato assieme a Vincenzo Cherstich e agli altri di Borgo Erizzo.-
Direttore Ricreatorio-VERDELAGO Albino, insegnante, direttore del Ricreatorio San Luigi di Trieste; ucciso il 26-2-1944 davanti alla moglie. (Fonte: Luigi Papo pag. Vittime Civili degli slavi PA).-
Fabbro-Baroni Giuseppe (fabbro)-
Falegname-Galli Bene detto (falegname)-
Farmacista-Barbo Giuseppe (farmacista)-
Fattorino-Bon Luigi (fattorino)-
Finanza Maresciallo-Farinati Antonio (maresc. finanza)-
Guardia Giurata-Crasci Sebastiano (guardia giurata)-
Guardia P.S.-VENTURA Giorgio, Guardia di P.S. - arrestato a Gorizia. (Fonte: Storia Illustrata - Antonio Pitamiz).-
Guardiaboschi-Tata Angelo (guardiaboschi)-
Impiegata-Carboni Alda (impiegata).-
Impiegato-Montante Giuseppe (impiegato)-
Industriale-Beltramini Ermanno (industriale)-
Infermiere-VERDE Pietro di Giuseppe e di Teresa Camaleri, n. 15-9-1890 a Fresonara (AL)., infermiere della CRI a Fiume; catturato dagli slavi mentre era in servizio con un'autoambulanza. (Fonte: Luigi Papo pag. Territorio Metropolitano PA).-
Ingegnere-Bidoli Brno (ingegnere)-
Invalido-Bronzini Vittorio (invalido)-
Laureanda-Cossetto Norma (laureanda)-
Levatrice-Piutti Edvige (levatrice)-
Macellaio-ZMARICH Alfredo o Manfredi di Antonio, n. il 15-4-1914 a Laurana, macellaio, ivi arrestato e poi scomparso. (Fonte: Luigi Papo pag. Vittime Civili degli slavi PB).-
Maestro-Cragno Leone (maestro)-
Manovale-Clari Gregorio di Gregorio, a. 47, n. Medolino (Pola), manovale; infoibato a Terli -Orecchia il 5-10-1943.-
Manovale FF.SS.-Sidari Giovanni (manovale FF.SS.)-
Marittimo-Brenco Ettore (marittimo)-
Meccanico-Macrì Francesco (meccanico)-
Messo Comunale-Suffi Domenico (messo comunale)-
Milite Forestale-Decaneva Giovanni Battista (milite forestale)-
Minatore-Piras Emanuele (minatore)-
Moglie di Paoletti Antonio (Commerciante)-Paoletti Teresa Dellapicca (moglie di Antoio)-
Muratore-Longevi Davide (muratore)-
Negoziante-Paniero Cesare (geometra)-
Operaio-Bonas Paolo di Pietro e di Maria, n. a Volosca, operaio presso l'idroscalo di Abbazia; catturato e martirizzato dagli slavi nei primi mesi del 1945.-
Oste-Sbrizzai Antonio (oste)-
Panettiere-Ghersi Mario (panettiere)-
Pensionato-Rodella Giovanni (pensionato)-
Pescatore-Depase Domenico (pescatore)-
Possidente agricolo-Apollonio Giorgio (possidente agricolo)-
Professoressa-VENEZIA Giulia di Attilio e di Silvia Trelani, nata a Udine il 11-2-1916 - Professoressa. Arrestata a Gorizia il 3-5-1945 e tradotta nelle carceri. Il 7 maggio deportata per ignota destinazione. Notizie fornite dalla Questura di Gorizia. (Fonte: Gianni Bartoli sindaco di Trieste).-
Ramaio-Ghersetti Egidio (ramaio)-
Sarto-Milli Gregorio (sarto)-
Sergente Maggiore-VENUTO ..., serg. magg. 3° Cp XVII Btg Costiero di Fortezza, di stanza a Fiume; scomparso. (Fonte: Luigi Papo pag. Territorio Metropolitano PA).-
Soldato-VENOSA Cipriano, n. 1-6-1908, soldato 229° Btg terr. Mobile Fanteria; caduto il 10-3-1943. (Fonte: Luigi Papo pag. Territorio Metropolitano AA).-
Spazzacamico-FUCHS Luigi  di Laurana. Spazzacamino. Ucciso nel maggio 1945.-
Stradino-Rovis Giuseppe (stradino)-
Studente-Verzini Renato (studente)  -
Tecnico Agricoltore-Decastello Gaetano (tecnico agr.)-
Telefonista-Monti Cesare (telefonista)-
Vice Brigadiere Finanza-Braico Mario (vice brig. finanza)-
Vice Brigadiere P.S.-VENTURA Giorgio di Nicola, nato a Taranto il 26-6-1911 - Vicebrigadiere di P.S. a Gorizia. Arrestato a Gorizia il 14-5-1945 e deportato per ignota destinazione. Notizie desunte dal Bollettino del Centro Studi Adriatici di Roma. (Fonte: Gianni Bartoli sindaco di Trieste).83 - VENTURA Giorgio nato il 29-6-1911 aTaranto, padre Nicola madre Annunziata Perocco. Vicebrigadiere di PS alla Questura di Gorizia Arrestato a Gorizia il 14-5-1945. (Fonte: Ministero degli Esteri Sloveno - Natasa Nemec - lo comprende tra gli agenti di pubblica sicurezza).-
Vigile Forestale-Petrera Vito (vigile forestale)
Scritto da: Categorie infoibati - annegati - dispersi - uccisi | 31/08/2011
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lunedì 18 aprile 2011

Un momento di riflessione sulle Foibe

Mi è sembrato giusto dedicare ancora una pagina a questo argomento per un momento di riflessione sulle Foibe, un massacro ingiusto e crudele,  un piccolo gesto affinchè la morte di queste persone non sia stata invana e  per ricordarli...

Qualche giorno fa mi è arrivata questa mail in risposta al post " 10 febbraio il giorno del ricordo per le vittime delle Foibe" ve la riporto integralmente...

"di MILA MIHAJLOVIC 
Presso la Camera dei Deputati è stato presentato al pubblico un libro, stampato e pubblicato più di 60 anni fa, “Il trattamento degli Italiani da parte Jugoslava dopo l'8 settembre 1943”.
Un evento per nulla eccezionale se non si trattasse di un documento ufficiale del Governo italiano portato alla conferenza di pace di Parigi del 1947 come denuncia e prova inconfutabile di un enorme crimine perpetrato dalle truppe del maresciallo Tito nei confronti degli italiani d'Istria, Fiume e Dalmazia.
Un crimine conosciuto dalla terminologia contemporanea come "pulizia etnica" con la "sparizione" di svariate migliaia di civili italiani e l'esodo verso l'Italia di 350.000 italiani, fin allora secolari abitanti di quei territori. Vincitori, vinti e congiura del silenzio L'Italia non li ha accolti con affetto. Era in corso l'antagonismo tra vincitori e vinti. Spadroneggiavano i tribunali del popolo, esplodeva la guerra civile e non meraviglia che al treno che trasportava i prostrati esuli viene vietato di fermarsi alla stazione di Bologna. È passato, in piena corsa, tra i binari pieni di gente stupefatta, raccoltasi spontaneamente portando loro cibo e acqua. I dettagli ricordano in un modo sinistro l'estate del 1995 con le frontiere serbe con la Croazia chiuse. Su quelle frontiere affluirono in massa civili serbi scampati alle bombe di croati. Erano più di 200.000. Ricordo bene quell'estate torrida e quella gente che per giorni aspettava di entrare in Serbia, seduta in mezzo ai campi di granturco maturo, davanti alla frontiera serba chiusa. Alla fine, gli italiani sono riusciti ad avere la soddisfazione della verità. Hanno proclamato anche la festa appositamente dedicata. E lentamente, la verità è emersa. La spiegazione dei governanti su questo lunghissimo tacere è stata: non sapevamo. Nessuno sapeva! Ma i documenti ufficiali dicono chiaramente il contrario. Espliciti, proprio come questo libro, stampato e pubblicato con il benestare di Giulio Andreotti e con i fondi governativi. Si sapeva. Eccome. E non solo dei crimini perpetrati contro gli italiani. Militari italiani in Dalmazia - truppe d'occupazione o in missione umanitaria? Insieme alla testimonianza di Ajmone Finestra, già Sindaco di Latina e comandante delle truppe cetniche anticomuniste sui monti della Dalmazia, diretto partecipe dell'accaduto, il libro presenta un inaspettato quadro storico. Per la prima volta, viene sottolineato che la prima pulizia etnica d'Europa sia stata commessa 1941 nei confronti dei serbi di Croazia. Ajmone Finestra lo afferma e descrive l'arrivo dei militari italiani a Gracac, dove scoprono le fosse comuni di civili serbi. Prendono spontaneamente la difesa degli inermi e già la notte successiva si presentano in armi davanti alla caserma degli ustascia per liberare gli ostaggi. Finestra testimonia sui feroci combattimenti insieme ai cetnici contro i comunisti. Egli è anche testimone di un'altra terribile verità: dopo il '43, i civili italiani furono esposti alla furia selvaggia non solo dei Titini, ma anche degli ustascia. Sul territorio italiano, agli ustascia era proibito portare le armi. Un ulteriore sgarbo per loro, che odiavano gli italiani a prescindere, considerandoli usurpatori della loro Dalmazia, tutta e soltanto croata. Dalla loro Dalmazia, infatti, gli italiani portavano in salvo serbi ed ebrei. Soprattutto, nel libro ci sono le foto. Molte documentano le vittime italiane dei campi di concentramento Titini e quelle spinte nelle foibe. Le ultime 10 atroci fotografie testimoniano delle vittime serbe, dei bambini semisgozzati che militari italiani sottrassero alle grinfie ustascia, tirati su dalle foibe carsiche. Spiccano per loro inestimabile valore storico le 5 foto, rarissime prove materiali sull'esistenza del campo di concentramento sull'isola di Pago ove, in soli 132 giorni prima dell'arrivo dei militari italiani, gli ustascia uccisero oltre 42.000 serbi ed ebrei. Gli italiani ordinarono la chiusura di quel campo nel momento stesso della presa del potere. E non solo. A loro va anche il merito di averlo documentato. Senza tali prove materiali, la congiura del silenzio che fino ai giorni nostri ha coperto l'inaudito crimine, lo avrebbe per sempre condannato all'oblio. Ci sono poi quelle che documentano i crimini dei Titini contro intere famiglie serbe, colpevoli di non essere comuniste. Si vedono massacrati nelle proprie case, giacciono per terra nella cucina; perfino un bambino di circa 7-8 anni ucciso nel suo lettino... Finestra afferma che nel 1941 partì l'attacco all'identità nazionale, prima dei serbi e poi degli italiani. "Abbiamo combattuto fino alla fine. E ne abbiamo pagato il prezzo..." - dice Finestra e a gran voce pretende la verità storica, la memoria storica. Verità si deve a tutti. Perché tacere ancora?

venerdì 29 gennaio 2010

10 febbraio il giorno del ricordo per le vittime delle Foibe

Il 10 febbraio,  per non dimenticare i martiri delle foibe si celebra la Giornata del Ricordo, celebrazione Istituita con la legge n.92 del 30 marzo 2004. Il giorno del ricordo è un momento di riflessione, in cui si vuole ricordare e onorare  le migliaia di persone tra istriani e triestini, italiani ma anche slavi, antifascisti e fascisti che, furono massacrati ...



10 febbraio il giorno del ricordo per le vittime delle Foibe
Negli anni drammatici a cavallo del 1945 sono stati torturati e uccisi circa 6000-7000 persone tra italiani, sloveni e croati, a Trieste e nell'Istria controllata dai partigiani comunisti jugoslavi di Tito. 

La maggior parte di queste persone vennero gettate (molte ancora vive, per risparmiare i proiettili!) dentro le voragini naturali disseminate sull'altipiano del Carso, le "foibe". La loro colpa era quella di opporsi all’espansionismo comunista slavo del Maresciallo Tito.
Il termine "foiba"  dal latino "fovea",  significa "fossa"; le foibe, sono voragini rocciose, a forma di imbuto rovesciato, create dall’erosione di corsi d’acqua nell'altopiano del Carso, tra trieste e la penisola istriana; possono raggiungere i 200 metri di profondità.
Nelle foibe accadeva questo: " le vittime dei titini venivano condotte, dopo atroci sevizie, nei pressi della foiba dai loro carnefici. Questi, ancora non paghi dei maltrattamenti che avevano già inflitto alle persone, prima gli  bloccavano i  polsi e poi i piedi  con il fil di ferro.
Poi li legavano gli uni agli altri sempre tramite il fil di ferro e li gettavano vivi in queste cavità naturali in mezzo ad altri morti.  Nella maggior parte dei casi, però si divertivano a sparare al primo malcapitato del gruppo che ruzzolava rovinosamente nella foiba spingendo con sé gli altri.
Questa brutta pagina della storia non va relegato in un cassetto e dimenticata perchè le tragedie del passato non si devono ripetere in futuro e per mostrare anche un pò di rispetto per quei  morti di cui, purtroppo non esiste una cifra precisa proprio perchè c'è stata una difficoltà oggettiva nel recuperare i cadaveri da quelle cavità  la cui imboccatura spesso veniva demolita con l'esplosivo.
Non dimentichiamo le loro sofferenze e la sofferenza di chi è rimasto vivo, ma comunque da solo, proprio perchè la politica, le istituzione, la gente li considerava estranei e criminali. Quindi venivano insultati e tacciati di essere reazionari e fascisti, secondo l’equazione manichea che bollava senza distinzione: “esule uguale fascista”, e  furono lasciati soli nel loro dramma.

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